Vaccinazione sui luoghi di lavoro: indicazioni sulla privacy

vaccinazione

Le aziende potranno decidere di organizzare una campagna di vaccinazione aziendale e le somministrazioni potranno avvenire sui luoghi di lavoro. Inoltre verranno coinvolti i medici delle aziende. In questo modo i luoghi di lavoro, sia pubblici che privati, avranno maggiori livelli di sicurezza e la campagna vaccinale verrà accelerata.

I ministeri del Lavoro e della Salute hanno realizzato un protocollo per attivare i punti di vaccinazione e delle indicazioni per procedere con questo tipo di campagna vaccinale. 

I datori di lavoro devono rispettare queste regole. Anche in questa circostanza si parla di tutela della privacy per il trattamento dei dati personali delle persone che parteciperanno alla campagna vaccinale. 

Le indicazioni del Garante

Il Garante privacy ha stipulato un documento di indirizzo che serve ad aiutare i datori di lavoro e i medici coinvolti nell’ organizzazione della campagna vaccinale. Sarà garantita così la tutela della privacy di tutte le persone che decideranno di partecipare.

Il Garante ha evidenziato che la campagna vaccinale può avvenire nel rispetto della normativa della privacy. I soggetti coinvolti, nonostante lo stato di emergenza, devono sempre rispettare i limiti previsti dalla normativa e gli obblighi imposti per evitare che i dati delle persone interessate possano circolare. Le indicazioni hanno lo scopo di non ledere i diritti, la libertà e la privacy di coloro che decideranno di ricevere il vaccino nell’azienda. È importante rispettare la distinzione di competenze tra il medico e il datore di lavoro sulla base della privacy.

Il trattamento dei dati

Il titolare del trattamento dei dati personali degli interessati è il medico. Il datore di lavoro non può raccogliere nessuna informazione riguardo la vaccinazione. Le informazioni che può avere sono semplicemente l’intenzione o meno del lavoratore di aderire all’iniziativa, se la somministrazione è avvenuta o meno e alcuni dati relativi alla condizione di salute.

Il trattamento dei dati deve essere affidato solo al medico competente o ad altri medici per eventuali valutazioni cliniche. I datori di lavoro devono dare tutto il loro supporto per la campagna di vaccinazione aziendale. Ad esempio possono fornire gli strumenti necessari e promuovere questa iniziativa. Inoltre hanno il dovere di supportare il personale sanitario, ma anche il divieto di trattare dati personali dei lavoratori. Non possono creare conseguenze negative o positive a carico dei dipendenti, sia che decidano di aderire alla campagna vaccinale in azienda o meno.

Il professionista sanitario può trattare i dati che riguardano l’adesione all’iniziativa, il numero delle dosi e la tipologia di vaccino. Il datore di lavoro si deve limitare ad indicare il numero complessivo di vaccini necessari per la campagna vaccinale in azienda. Nel piano vaccinale non deve essere indicato nessun elemento che possa permettere di individuare l’identità di coloro che hanno deciso di aderire alla campagna.

La somministrazione e la registrazione dei vaccini deve essere effettuata solo da operatori sanitari con formazione specifica. Il tutto si deve svolgere all’interno dei locali aziendali nel rispetto delle indicazioni.

Il Garante ha stabilito che i locali devono avere caratteristiche specifiche che possano fare in modo che colleghi o altre persone non riescano a capire l’identità di chi ha aderito all’iniziativa. Il datore di lavoro dovrà garantire la riservatezza del lavoratore durante la somministrazione del vaccino e nella fase successiva. 

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