Il D.Lgs. n. 22/2015, entrato in vigore il 7 marzo 2015, ha introdotto un nuovo ammortizzatore sociale unico per i lavoratori dipendenti che perdono involontariamente il lavoro: ossia la NASpI.
L’ammortizzatore è rivolto ai lavoratori dipendenti con esclusione di quelli a tempo indeterminato delle P.A. e degli operai agricoli (OTD e OTI). Sono inclusi anche i lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa e nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
La NASpI sostituirà i vigenti ammortizzatori sociali introdotti dalla Riforma Fornero (ASpI e Mini-ASpI) e si applicherà a decorrere dal 1° maggio 2015. Inoltre, può essere corrisposta al massimo per due anni (24 mesi) ed è parametrata all’anzianità lavorativa.
Per accedervi occorrono:
– uno stato di disoccupazione involontaria;
– almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
– 30 giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei 12 mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.
Quanto alla misura, l’assegno è rapportato alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 4 anni divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il numero 4,33.
Qualora l’importo sia pari o inferiore a 1.195 euro (importo rivalutato annualmente in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo FOI), la NASpI è pari al 75% della retribuzione mensile.
In caso contrario l’importo è pari al 75% incrementato di una somma pari al 25% della differenza tra la retribuzione mensile e il predetto importo.
In ogni caso, essa non può superare l’importo mensile di 1.300 euro. Inoltre, bisogna tenere conto che la NASpI si riduce del 3% ogni mese a decorrere dal primo giorno del quarto mese di fruizione. Ciò detto, si Illustrano i seguenti esempi per capire come si comportano i due ammortizzatori sociali in questione.
ESEMPIO DI CALCOLO NASPI
Ipotizziamo un lavoratore di 60 anni che nei 4 anni precedenti (208 settimane) abbia ricevuto le seguenti retribuzioni imponibili:
– 1° anno: 20.000 euro;
– 2° anno: 23.000 euro;
– 3° anno : 23.500 euro;
– 4° anno 25.000 euro.
Per il calcolo della NASpI bisogna prendere a riferimento l’imponibile previdenziale degli ultimi 4 anni, rapportarlo per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicarlo per il numero 4,33.
Quindi avremo:
– (91.500/208*4,33) = 1.904,78 euro (retribuzione mensile di riferimento).
Per determinare la prestazione base occorre effettuare i seguenti calcoli:
– 75% di 1.195= 896,25 euro;
– (1.904,78-1.195)*25%= 177,45.
Quindi, l’importo totale complessivo della nuova indennità è pari a: 1.073,7 euro (896,25+177,45)
ESEMPIO DI CALCOLO ASPI
Prendiamo come esempio sempre lo stesso lavoratore.
Per il calcolo dell’ASpI bisogna prendere a riferimento l’imponibile previdenziale degli ultimi 2 anni, rapportarlo per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicarlo per il numero 4,33.
Quindi avremo:
– (43.000/104*4,33) = 1.790,29 euro (retribuzione mensile di riferimento).
Per determinare la prestazione base occorre effettuare i seguenti calcoli:
– 75% di 1.195,37= 896,53 euro;
– (1.790,29-1.195,37)*25%= 148,73.
Quindi, l’importo totale complessivo della nuova indennità è pari a: 1.045,26 euro (896,53+148,73).
Dagli esempi su illustrati, a parità di condizione, con la NASpI si riceve 28,44 euro in più al mese. Ma la convenienza principale è data dai lavoratori che potranno far valere una maggiore anzianità contributiva.
Infatti, nel caso di specie:
– se si riceve l’ASpI, l’importo complessivo è di 12.543,12 euro (la riduzione da applicare all’importo è di 1.097,52 euro);
- se si riceve la NASpI, invece, l’importo complessivo è di 25.768,8 euro (la riduzione da applicare all’importo è di 676,43 euro).
- (fonte fiscal News)